domenica 15 novembre 2015

UNA STORIA VECCHIA COME IL MONDO


Sul numero 44 di Left troverete due pagine a fumetti del mio alter ego che scazza al telefono con mia madre. Si parla di scandali vaticani e più in generale religioni monoteiste, imperdibile!

http://left.it/


1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Nonna Nina andava in bici a fare le pulizie a casa della figlia + piccola. Le aveva cresciuto i figli e sfamato il cane. Mangiava solo pane nel latte e un frutto ogni tanto. Fino a novant'anni. Poi qualcosa dentro si ruppe.

Gervasio aveva la mascella quadra che avevano tutti dalle sue parti e lo sguardo perso altrove che era solo suo. Aveva viaggiato + di chiunque altro conoscesse, cosa non difficile considerato che i suoi compaesani, al massimo, andavano a piedi alla sagra della salamella a cinque chilometri da dove erano nati.
Ogni volta che usciva da quel posto dove sua mamma aveva lasciato Nonna Nina camminava fino alla stazione cercando di dimenticare quell'odore dolciastro nei locali e le facce da navajo dei fumetti delle suore. A volte ci riusciva. Quella sera, poco dopo il crepuscolo, Gervasio entrò nel vagone vuoto, appoggiò la zucca spigolosa al poggiatesta e si assopì sognando un totem corrucciato che nuotava nella melassa aromatizzata alla cannella. Si svegliò di soprassalto davanti ad una mezza porzione di vecchietto rinsecchito con la coccia lustra, le guanche macchiate ed un abito che sembrava ricavato da una vecchia coperta di un alpino riuscito a ritirarsi dalla Russia.
- A volte penso che le cose andrebbero meglio se esistessi - disse Mezza Porzione.
Gervasio annuì, stropicciandosi gli occhi.
- Tu sei stato nel mondo e hai visto le mamme accarezzare i loro piccoli e non sapere come rispondere alle loro domande mute, fatte solo con gli occhi - continuò l'omino.
- Ho visto anche uomini provare e riprovare allo specchio una espressione che non assomigliasse a quello che facevano e che avrebbero continuato a fare - aggiunse Gervasio, smollando le mascelle da molosso.
- Se ci fossi stato , quando dovevo esserci, almeno avrei dato un senso ed una direzione al viaggio - riflettè allora Emmepì.
Il treno entro in una galleria. Quando fu di nuovo luce, il vecchio non era più. Entro il controllore per i biglietti e chiese a Gervasio se avesse visto un piccolo signore anziano. No, rispose Gervasio.
- Non riesco a beccarlo ! - si arrese il controllore - Mai che paghi il biglietto... -